Entriamo nei pensieri di questo specialista in esplorazioni estreme nel deserto e scopriamo a sorpresa un temerario avventuriero che potrebbe fare apparire una cosa da nulla la conquista dell’Everest da parte di Sir Edmund Hillary o la passeggiata lunare di Neil Armstrong. Max Calderan è un nome familiare nella penisola araba. Sulla sua persona sono stati scritti innumerevoli articoli e l’emittente qatariana Al Jazeera gli ha dedicato nel 2014 uno speciale documentario trasmesso in tutto il mondo. È stato ricevuto da presidenti, ministri e autorità di spicco del mondo arabo. Giornali e televisioni internazionali hanno dato spazio alle sue imprese e alle sue sfide nei confronti dei presunti limiti della fisiologia umana, in un territorio dove anche i beduini e pastori fermano le loro attività a causa del caldo eccessivo.
La tecnologia serve, dice Max, ma quando si arriva al dunque si prega e si invoca l’aiuto di Dio, non certo quello del paio di scarpe che indossi. «Io non voglio morire ma mi sento pronto, se ciò dovesse accadere. Potrebbe essere il prezzo da pagare per fare qualcosa che nessun uomo ha mai anche solo pensato di fare perchè a priori ritenuta impossibile: andare dove mai presenza umana a memoria d’uomo è passata prima, per scoprire che non esistono limiti che non possiamo superare» .
Le sue imprese sono un continuo abbraccio con il punto di non ritorno.
Hanno parlato di Max:
«Volevo fare qualcosa che nessun uomo aveva mai fatto, passare dove nessuno era mai passato, compiere delle imprese che nessuno per molto tempo, o forse mai, avrebbe potuto ripetere. Volevo spostare il limite assoluto per dire alle persone: anche tu puoi, perchè nessuno può fermare i tuoi sogni. Tu sei molto più forte e potente di quello che pensi e credi, indossando abiti che non ti appartengono».
Alcune tra le più importanti imprese (prime mondiali) realizzate da Max Calderan si sono svolte in piena estate.
Ricordiamo su tutte quella di Agosto 2012: Egitto Coast to Coast Sinai Desert. 250km in 48 ore, dal Golfo di Suez a quello di Aqaba seguito dalle telecamere di Al Jazeera porta a termine l’ennesima impresa osservando il Ramadan e quindi la privazione di acqua e cibo dall’alba al tramonto. Viene prodotto un documentario che verrà trasmesso in tutto il mondo, per ben 30 giorni l’impresa di Max Calderan è posizionata nella home page di Al Jazeera tra le notizie di prima pagina di rilievo internazionale.
Max Calderan, detentore di 14 record (prime mondiali), laureato in Scienze Motorie, , sfida in solitaria i deserti più impraticabili raggiungendo traguardi incredibili e scientificamente inspiegabili. Ciò che gli ha permesso di ottenere questi risultati eccezionali sono stati allenamenti intensi, investimento di tempo ed energia, spirito di sacrificio e la convinzione che niente possa limitare il nostro potenziale che deve essere valorizzato e sfruttato .
Max nasce in Italia a Portogruaro, un paese in provincia di Venezia, il 1 luglio del 1967.
Bambino vivace e attento sperimentatore, intraprende giovanissimo il percorso di atleta poliedrico affacciandosi con successo da prima all’arrampicata e lo sci estremo e raggiungendo in seguito riconosciuti livelli di performance in oltre 15 discipline sportive.
Vincitore nazionale del Pentathlon militare e insignito della medaglia al valore civile, nel 1988 inizia la sua carriera di trainer contemporanea a quella di insegnante di psicomotricità secondo i metodi della scuola francese.
Si dedica allo studio dei meccanismi che regolano le reazioni del corpo umano agli stimoli esterni e mentali sviluppando negli anni in collaborazione con un laboratorio genetico all’avanguardia in Europa, un test genomico che ad oggi permette di rivoluzionare il concetto di prevenzione/ottenimento risultati.
I suoi studi vantano una pubblicazione sulla rivista scientifica “The Journal of Sports Medicine and Physical Fitness”.
Laureato in Scienze motorie con 110 e lode, sport trainer e ricercatore, ha formato dal 1989 (anno di inizio della sua attività professionale) migliaia di persone e atleti portandoli a realizzare gli obiettivi sportivi desiderati nonché numerose persone in cerca di un miglioramento della propria forma fisica o del proprio atteggiamento mentale.
Ha lavorato per quasi vent’ anni ricoprendo ruoli manageriali presso importanti aziende farmaceutiche, periodo nel quale ha approfondito le sue ricerche in due settori che lo hanno sempre affascinato: la privazione del sonno e i meccanismi di difesa che regolano l’ emozione della paura.
Nel 2014 il canale Al Jazeera produce un documentario a diffusione mondiale sulle imprese dell’atleta che nel settembre del 2015 viene nominato dalle Nazioni Unite ambasciatore nell’ambito del progetto CACP.
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